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Il vento tra i salici

Cento anni or sono, per la prima volta, la Talpa uscì all’aria aperta “nell’erba calda” e conobbe il Topo d’acqua. Così s’avvia Il vento fra i salici, libro che sta di diritto sullo scaffale dei capolavori della letteratura dell’infanzia, al pari di Pinocchio e Alice nel paese delle meraviglie. È la storia dell’amicizia di una Talpa ingenua, di un Topo socievole, di un Rospo viziato e infine di un Tasso saggio e un po’ sdegnoso che vive, solitario, nel mezzo del Bosco Selvaggio. Strano come questi personaggi, così semplici, una volta incontrati sulla pagina, non si dimentichino più. È un mondo autosufficiente che assomiglia alla campagna inglese d’inizi Novecento ma che sta al di là dello specchio, come il Paese delle Meraviglie di Alice. Gli animali di Grahame, che sembrano gli esemplari unici della loro specie, sono eccentrici ma coltivano anche gusti semplici. Le loro avventure si riducono ad una gita in barca, una cena in riva al fiume, l’attraversamento di un bosco, la delizia di un caminetto acceso mentre nevica, le piccole gioie dell’amicizia.

Le ispirazioni letterarie

Come tutte le grandi fiabe, Il vento fra i salici è come se non avesse un autore o un tempo. È un’Odissea in miniatura pensata dal premuroso papà Kenneth Grahame per il suo piccolo di sette anni. Alistair, questo il suo nome, era un bambino viziato, con seri problemi di carattere, che riceveva gli insegnamenti del padre in forma di racconti. Kenneth tratteggiò su di lui il Rospo neghittoso, creando un compendio di educazione che esalta la quieta vita della campagna e la poesia delle piccole cose. Insegna ad apprezzare il suono del vento che passa fra i salici, la saggezza dell’orto, i profumi che in autunno salgono dalla terra, i mille colori del cielo al passare delle ore. Deliziosamente vittoriano con qualcosa che ricorda le Bucoliche di Virgilio, se solo queste fossero state scritte con protagonisti una Talpa e un Rospo, Il vento fra i salici nasconde anche qualche tocco d’arcano (in un’isola del fiume, la Talpa avverte in modo inquietante la natura personificata).

Un richiamo per grandi e piccoli

Walt Disney lo adorava e Alan Milne – l’inventore di Winnie Pooh (che moltissimo deve a Il vento fra i salici) – ne ricavò una riduzione teatrale ancora oggi popolarissima nei paesi anglosassoni, soprattutto per il Natale. Tra i nostri scrittori fu l’anglofilo Beppe Fenoglio a soffermarsi incantato tra le radure del Bosco Selvaggio. Ne fece una gustosa e arcaizzante traduzione, che influenzò persino – secondo Maria Corti – alcune parti de Il partigiano Johnny, e uscì nel 1982 per i tipi di Einaudi. Ora che le giornate si allungano e si scaldano, chi non l’ha ancora fatto provi a leggerlo o a leggerlo ai propri bambini. Non si annoierà a seguire le piccole avventure della Talpa che esce dalla sua tana e si sente inondare di felicità quando cammina sull’erba calda di un grande prato, all’inizio della primavera.

Mario Arturo Iannaccone

Mario Arturo Iannaccone

Mario Arturo Iannaccone si è laureato in Lettere all’Università degli Studi di Milano, specializzandosi in Storia del Rinascimento. È romanziere e saggista. Insegna Scrittura Creativa all’Accademia di Belle Arti SantaGiulia di Brescia. Ricercatore storico e studioso di storia dell’immaginario e delle idee, ha pubblicato molti libri e centinaia di articoli, collaborando con mensili, settimanali e quotidiani.

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Una risposta

  1. Avatar Alberto Coco ha detto:

    Buongiorno Mario,
    una domanda: qual è l’edizione italiana o inglese corredata con le illustrazioni più belle?
    Se lo sai ovviamente… posso sempre fare una bella ricerca su Google.
    Grazie per i tuoi articoli.
    A presto!
    Alberto

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