fbpx

Apologia di una traslazione angelica (2)

La tesi storico-teologica è la posizione sostenuta dai teologi e filosofi di impianto classico-tradizionale nel giudicare i fenomeni storici, in questo caso legati al Santuario e alle legendae. In ottica storico-teologica, lo schema proposto nel precedente articolo verrebbe riletto e argomentato come segue (le parti di commento in prospettiva storico-teologica sono quelle in corsivo):

1. Nel Medioevo si avvia una esperienza eremitica nel luogo ove sorgerà il Santuario. La cosa è documentata, non si danno diverse rivelazioni soprannaturali a completamento dei dati, e quindi viene tenuta per vera. Essa corregge cornice e contesto storico in cui la narrazione miracolistica era stata tramandata. Il luogo non assume tratti mariani dopo l’arrivo della statua, bensì è scelto come meta della traslazione miracolosa tenuto conto del carattere mariano del medesimo.

2. Nel XV secolo i Cavalieri del Santo Sepolcro assumono la custodia del nascente Santuario. La cosa è documentata, non si danno diverse rivelazioni soprannaturali a completamento dei dati, e quindi viene tenuta per vera. Essa corregge cornice e contesto storico in cui la narrazione miracolistica era stata tramandata. La scelta della destinazione della traslazione miracolosa, oltre che dal carattere mariano del luogo, può essere supportata dalla presenza dello stesso ordine che concorreva a proteggere Rodi e quindi – direttamente o indirettamente – la statua stessa.

3. A fine XV secolo si registrano le prime liturgie mariane. La cosa è documentata, non si danno diverse rivelazioni soprannaturali a completamento dei dati, e quindi viene tenuta per vera. Essa corregge cornice e contesto storico in cui la narrazione miracolistica era stata tramandata. Il luogo non assume tratti mariani dopo l’arrivo della statua, bensì è scelto come meta della traslazione miracolosa tenuto conto del carattere mariano del medesimo.

4. Si conserva fino ad oggi una statua, la quale porta in epitaffio la data di manifattura, 1432. Si assume che tale data corrisponda al periodo in cui la statua è stata realizzata. La testimonianza del miracolo chiede di ritenere che la Statua, sia stata o meno donata al Santuario nel 1432, abbia poi seguito un (ulteriore) itinerario che l’avrebbe condotta a Rodi per vie umane e di qui alla Corona per via angelica.

5. XV-XVI sec, si compiono lavori di ampliamento della chiesa e si edifica l’attuale Santuario. La cosa è documentata, non si danno diverse rivelazioni soprannaturali a completamento dei dati, e quindi viene tenuta per vera. Essa corregge cornice e contesto storico in cui la narrazione miracolistica era stata tramandata: la statua non si pone all’inizio dei restauri, ma ne corona e perfeziona e nobilita lo svolgimento ormai concluso.

6. XVI sec, si diffondono legendae popolari circa la comparsa miracolosa di una statua della pietà. Tali legendae sono arricchite di molteplici tratti: trasporto angelico della statua da Rodi a Spiazzi; ulteriori spostamenti misteriosi della medesima nel bosco di Spiazzi; fenomeni foto-acustici misteriosi nella notte del ritrovamento; doppia tradizione miracolistica dell’albero di tiglio posto nel sito del ritrovamento del simulacro. Esse sono fonti potenzialmente attendibili, per quanto eccezionali. Vari elementi di tali narrazioni sono conformi ad altri elementi di simili prodigi attestati e convalidati dalla tradizione e dall’autorità ecclesiastica. Non ripugna dare assenso a tali voci, sapendo che esso riposa piuttosto sulla fiducia nell’esperienza religiosa e nella sincerità dei cristiani del tempo, anziché sulla possibilità di riscontri oggettivi e fattuali (probabilmente del tutto impossibili da produrre dato la cultura dell’epoca, incline all’oralità piuttosto che alla cronaca documentale).

7. 1630 ca, fra Patrizio da Venezia testimonia l’esistenza di una legenda popolare a Rodi, circa una statua della Madonna misteriosamente scomparsa prima dell’assedio di Solimano II, 1522. Lo stesso religioso sostiene l’identità tra la statua di Rodi e quella della Corona, accreditando così entrambe le legendae popolari del XVI secolo. Attestata la pietà del frate, sembra provvidenziale la sua esperienza di prigionia e il completamento che, quale teste auricolare della statua scomparsa in quel di Rodi, può portare a sostegno e spiegazione dei fenomeni avvenuti a Spiazzi pochi decenni prima.

8. Il Diario veronese inedito dà credito alla lezione di fra Patrizio. Questo documento recepisce testimonianze precedenti e conferma come, restando in una prospettiva storico-teologica, non si avvertissero motivi per discutere la tradizione recepita, in quanto plausibile e pure antropologicamente arricchente per i singoli e la società.

9. XVII sec, iniziano a diffondersi alcuni studi – non molti, ma ben documentati – che sottolineano incongruenze, mancanza di fonti, preesistenza del Santuario al miracolo, inattendibilità delle testimonianze per motivi differenti tra loro. Si fa luce sulla storia del sito religioso e contemporaneamente si smantella la credibilità delle legendae. Gli studi in oggetto sono conformi al metodo moderno, aiutano a fare chiarezza sulle incongruenze delle legendae tramandate, ma non hanno il potere di confutare il miracolo, fintanto che non portino documenti attestanti la falsità dei testimoni fin qui invocati.

10. Ad oggi prevale la lezione anti-miracolistica. Il Santuario si presenta al pubblico come: “meta ideale per chi desidera unire momenti di preghiera e serenità interiore a occasioni per rilassarsi e godere in tutta tranquillità degli spettacoli che la natura può offrirvi in questo luogo incantevole” (Sito Santuario Madonna della Corona). È servizio alla fede e alla cultura cercare di tenere gli ottimi risultati del metodo-storico critico, ma riaprire al contempo una riflessione di impianto più classico-tradizionale, che qui abbiamo indicato col nome di metodo storico-teologico. In assenza di tale connubio, non stupisce scoprire che la stessa autocoscienza dei custodi del Santuario, espressa nella Presentazione del medesimo via siti internet, sia decaduta al rango di una spiritualità ecologica New Age.

Fuochi ermeneutici

Come si evince dal triplice schema su riportato, a fronte di una esposizione tanto neutra quanto muta circa i fenomeni in esame, sono possibili almeno due interpretazioni, entrambe degne di nota.
A questo punto, un’ulteriore e più esplicita analisi delle due linee introdotte si pone come utile e necessaria al fine di decidersi sul miracolo. Confido che le osservazioni seguenti siano utili anche per l’analisi di altri fenomeni prodigiosi, di cui la storia della Chiesa fa memoria e cui la scienza storica non sempre fa giustizia.

Confronto sinottico delle tesi precedenti

Per aiutarci nello studio, riprendiamo sinotticamente le tesi suesposte e usate a mo’ di commento della cronologia del Santuario. Il punto X esprime la posizione storico-critica; il punto Y esprime quella storico-teologica.

1X. La cosa è documentata e quindi va tenuta per vera.

1Y. La cosa è documentata, non si danno diverse rivelazioni soprannaturali a completamento dei dati, e quindi viene tenuta per vera. Essa corregge cornice e contesto storico in cui la narrazione miracolistica era stata tramandata. Il luogo non assume tratti mariani dopo l’arrivo della statua, bensì è scelto come meta della traslazione miracolosa tenuto conto del carattere mariano del medesimo.

2X. La cosa è documentata e quindi va tenuta per vera.

2Y. La cosa è documentata, non si danno diverse rivelazioni soprannaturali a completamento dei dati, e quindi viene tenuta per vera. Essa corregge cornice e contesto storico in cui la narrazione miracolistica era stata tramandata. La scelta della destinazione della traslazione miracolosa, oltre che dal carattere mariano del luogo, può essere supportata dalla presenza dello stesso ordine che concorreva a proteggere Rodi e quindi – direttamente o indirettamente – la statua stessa.

3X. La cosa è documentata e quindi va tenuta per vera.

3Y. La cosa è documentata, non si danno diverse rivelazioni soprannaturali a completamento dei dati, e quindi viene tenuta per vera. Essa corregge cornice e contesto storico in cui la narrazione miracolistica era stata tramandata. Il luogo non assume tratti mariani dopo l’arrivo della statua, bensì è scelto come meta della traslazione miracolosa a motivo del carattere mariano del medesimo.

4X. Si assume che tale data corrisponda al periodo in cui la statua è stata realizzata e donata al Santuario.

4Y. Si assume che tale data corrisponda al periodo in cui la statua è stata realizzata. La testimonianza del miracolo chiede di ritenere che la Statua, sia stata o meno donata al Santuario nel 1432, abbia poi seguito un (ulteriore) itinerario che l’avrebbe condotta a Rodi per vie umane e di qui alla Corona per via angelica.

5X. La cosa è documentata e quindi va tenuta per vera.

5Y. La cosa è documentata, non si danno diverse rivelazioni soprannaturali a completamento dei dati, e quindi viene tenuta per vera. Essa corregge cornice e contesto storico in cui la narrazione miracolistica era stata tramandata: la statua non si pone all’inizio dei restauri, ma ne corona e perfeziona e nobilita lo svolgimento ormai concluso.

6X. Esse sono espressione del senso religioso dei veronesi di quei secoli, oggi non meritano credito alcuno.

6Y. Esse sono fonti potenzialmente attendibili, per quanto eccezionali. Vari elementi di tali narrazioni sono conformi ad altri elementi di simili prodigi attestati e convalidati dalla tradizione e dall’autorità ecclesiastica. Non ripugna dare assenso a tali voci, sapendo che esso riposa piuttosto sulla fiducia nell’esperienza religiosa e nella sincerità dei cristiani del tempo, anziché sulla possibilità di riscontri oggettivi e fattuali (probabilmente del tutto impossibili da produrre dato la cultura dell’epoca, incline all’oralità piuttosto che alla cronaca documentale).

7X. Questa è espressione del senso religioso dei veronesi di quei secoli, oggi non merita credito alcuno, tanto più in quanto la testimonianza è tardiva di un secolo rispetto agli eventi, nonché non supportata da altre testimonianze.

7Y. Attestata la pietà del frate, sembra provvidenziale la sua esperienza di prigionia e il completamento che, quale teste auricolare della statua scomparsa in quel di Rodi, può portare a sostegno e spiegazione dei fenomeni avvenuti a Spiazzi pochi decenni prima.

8X. Questo documento ripete testimonianze precedenti, già giudicate non degne di nota.

8Y. Questo documento recepisce testimonianze precedenti e conferma come, restando in una prospettiva storico-teologica, non si avvertissero motivi per discutere la tradizione recepita, in quanto plausibile e pure antropologicamente arricchente per i singoli e la società.

9X. Gli studi in oggetto sono conformi al metodo moderno, hanno valore di verità storica, vanno tenuti per veri (fatto salvo il commento al punto successivo).

9Y. Gli studi in oggetto sono conformi al metodo moderno, aiutano a fare chiarezza sulle incongruenze delle legendae tramandate, ma non hanno il potere di confutare il miracolo, fintanto che non portino documenti attestanti la falsità dei testimoni fin qui invocati.

10X. Nulla da sottolineare, lo status quo non sembra da mettersi in questione, l’attuale prospettiva razionale storico-critica esprime il giusto equilibrio nel giudizio. Coloro i quali sostengano tesi miracolistiche non hanno dignità di scienza, possono sostenere quelle posizioni a titolo meramente privato.

10Y. È servizio alla fede e alla cultura cercare di tenere gli ottimi risultati del metodo-storico critico, ma riaprire al contempo una riflessione di impianto più classico-tradizionale, che qui abbiamo indicato col nome di metodo storico-teologico. In assenza di tale connubio, non stupisce scoprire che la stessa autocoscienza dei custodi del Santuario, espressa nella Presentazione del medesimo via siti internet, sia decaduta al rango di una spiritualità ecologica New Age.

Notate fin dall’accostamento la scelta di dedicare più spazio all’Y, perché immagino che il lettore medio – anche cattolico – sia tanto digiuno di prospettiva culturale tradizionale, da richiedere una spiegazione più lenta e diffusa. Lo stesso non vale per la nostra comprensione dell’orizzonte X.
Si faccia attenzione a cosa sottende questo: essere abituati a ragionare nei termini di X ci dà l’illusione che X sia più chiaro in sé e quindi più vero; al contrario dobbiamo accorgerci che X è più chiaro solo per noi e quindi non è più vero in sé, bensì più convincente e solo apparentemente più vero. Nel prosieguo del testo illustrerò gli elementi in favore di X e li comparerò con quelli in favore di Y, cercando di andare oltre l’auto-suggestione psicologico-culturale e di svolgere una ricostruzione più oggettiva e realmente aperta al vero. Entreremo quindi in un discorso di epistemologia, e cioè di riflessione sulle condizioni di validità del sapere e sulle vie di accesso alla verità: difficile ma essenziale.

Commento alla sinossi

Procederò rileggendo e chiosando i singoli punti appena esposti in sinossi. Alla fine raccoglierò osservazioni più ampie e complessive.

Punti 1-3, 5. Non chiedono spiegazioni a livello X, mentre meritano due appunti a livello Y.
Primo appunto, ho cercato di mostrare come l’apporto storico-critico possa (e debba) legittimamente venire a correggere, non direttamente l’effettività del miracolo, ma la sua cornice storica.

Con ciò introduco una tesi: i due approcci devono integrarsi tra loro, ognuno di essi ha dei pregi che devono essere valorizzati iuxta propria principia. Riprenderò questa tesi.

Secondo appunto, ho distinto l’espressione “va tenuta per vera” (X) da “viene tenuta per vera” (Y). La prima esprime una visione tendenzialmente illuminista e positivista, col che intendo la posizione di chi ritiene che la propria metodologia sia capace di portare alla verità in sé tramite metodo empirico; capace di portare a una verità che però esclude aprioristicamente gli apporti di un sapere religioso; questo, in sintesi, significa avere uno sguardo nominalista, ridurre la verità a concetto, e la verificabilità di tale concetto alla raccolta di prove empiriche. La seconda esprime una visione tendenzialmente metafisica, col che intendo la posizione di chi ritiene che la propria metodologia sia capace di aprire a una verità trascendente; capace di aprire a una verità che includa gli apporti di un sapere religioso; questo, in sintesi, significa avere uno sguardo realista, considerare la verità una dimensione del reale, e l’accesso a tale verità non limitato alla dimensione empirica verificabile.

Qui in poche righe ho riassunto la contrapposizione tra visione classica e visione moderna. Dovremo tornare a chiarirci. Di qui sgorga la seconda tesi: quanto più siamo capaci di ripristinare uno sguardo metafisico, tanto più sapremo valorizzare la lettura storico-teologica. Questo ridimensiona l’assunto storico-critico (sintetizzato nella formula: va tenuta), senza però rigettarlo (si opta per la formula rivisitata e meno imperativa: viene tenuta).

Punto 4. Nulla di metodologico. Qui la visione Y chiede alla lezione X se ci sono elementi minimi di plausibilità per la ricostruzione del miracolo. Gli elementi minimi ci sono e non sono contraddetti da X.

Punti 6-8. Qui si esprime un altro bivio fondamentale, che segna la cultura europea e che ha da dire forse più dei nostri metodi di accesso alla verità e del nostro concetto di verità, anziché del reale contatto con essa. Gli esperti noteranno in queste frasi un riferimento kantiano: il sottoscritto non segue Kant, ma ritiene che la cultura attuale in più punti, particolarmente quando si tratta di cultura scientifica, sia ancora legata al kantismo. Qual è il bivio in oggetto? L’ideale scientifico di sapere contrapposto all’ideale classico. Quello scientifico si configura come un sapere individuale e documentale: il singolo studioso procede nella conoscenza, appoggiandosi a documenti oggettivi (empirici, per le ragioni di cui al commento dei punti iniziali). Il sapere classico si configura come un sapere collettivo e orale: la comunità tramanda la conoscenza (questo il senso della tradizione), appoggiandosi al passaggio di consegne intergenerazionale. Vero è che le testimonianze puntuali di fra Patrizio e del Diario inedito comportano una evidente fragilità di riscontri, ma reputo che la prospettiva ideale di conoscenza con cui le accostiamo venga a influire considerevolmente sul giudizio che finiamo con l’esprimere su di esse. Prova ne sia che, nel caso del miracolo di Loreto – affine a quello della Corona e ancor più significativo e documentato di questo –, un grave discredito pregiudica inesorabilmente gli eventi, nonostante la pletora di testimonianze e prove che lì si possono rinvenire. Il nodo dunque sta nella mentalità molto più che nei testimoni interpellati e interpellabili.

Punto 9. Gli studi attuali portano a fondato sostegno delle tesi critiche i pareri coerenti degli studiosi deli ultimi due secoli. Quasi a dire che negli ultimi due secoli la disciplina ha finalmente raggiunto un livello di perfezione metodologica che non va questionato e quasi a dire che gli autori recenti mostrano una intelligenza e competenza non equiparabile a quella dei loro predecessori. Nulla togliendo alla qualità metodologica raggiunta dagli storici degli ultimi secoli, merita non sottovalutare l’influenza della mentalità e dell’ideale scientifico di cui al punto precedente. Il fatto che gli studiosi di epoca anteriore a quella idealista-contemporanea ragionino in modo difforme da quest’ultimi, non va preso come indice di una certa incompetenza e rozzezza culturale, quanto di un modo diverso in radice di adoperare conoscenze e valutazioni. Quindi, per concretizzare, portare a sostegno delle proprie tesi il parere omogeneo di altri storici contemporanei (dall’800 in qua) e insistere sulla medesimezza di vedute, non è del tutto corretto. Tali studiosi concordano sulle vedute perché condividono lo stesso ideale di sapere. Direi con una licenza che siamo di fronte a un caso di tautologia storiografica, non di rinforzo. Ovviamente lo stesso discorso vale nel caso in cui si citino plurimi autori di area classico-tradizionale, seppur lontani nei secoli. Tale moltiplicazione di citazioni in realtà non dà maggior valore alle tesi espressa in esse, ben sì dimostra il valore fortemente legante dell’ideale di sapere, tale da portare a convergenza le tesi di tutti gli studiosi – sia pur distanti nel tempo e nello spazio – i quali condividono quel medesimo ideale.

Punto 10. Si riprende quanto espresso nei punti iniziali. Se ne deriva, alla luce dei nove punti precedenti, che il giusto ordine procedurale dovrebbe essere: chiarisco quale sia la mia area culturale di appartenenza, preciso quale sia il mio ideale di sapere, ricorro al metodo congruente mantenendo avvertenza dei suoi potenziali e limiti. Confronto gli esiti del mio studio con quelli di uno studio imperniato su altre aree/ideali/metodi, non in assoluto bensì limitandomi a quei parametri in cui questo diverso approccio mostra le sue migliori qualità e colma le lacune del mio personale percorso di indagine.

Continua…

Leggi la prima parte
Leggi la terza parte
Leggi la quarta parte

Bibliografia

  • Sito Santuario della Corona
  • Dario Cervato, La Madonna della Corona. Storia del primo Santuario mariano della Diocesi di Verona, Santuario Madonna della Corona, Verona 2007.
Marco Begato

Marco Begato

Nato nel 1983, don Marco Begato è un Salesiano (SDB) che ha svolto studi di filosofia conseguendo la laurea magistrale (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano) e la Licenza (Universitas Pontificia Salesiana, Roma). Ha completato studi musicali in Sassofono e Didattica della Musica (Conservatorio Luca Marenzio, Brescia). Lavora come docente, dopo aver insegnato latino e filosofia nei Seminari e al liceo, oggi segue i corsi di IRC presso Istituti Tecnici e Centri di Formazione Professionale. Collabora con varie testate online di apologetica, in primis con l'Osservatorio Internazionale Van Thuan e il sito Altare Dei. È socio della piccola associazione tradizionale Amicizia San Benedetto Brixia. Dirige e cura il sito www.veritaslauretana.it in difesa della tradizione miracolosa angelologica.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *